"LE PERSONE NON FANNO I VIAGGI, SONO I VIAGGI A FARE LE PERSONE" (John Steinbeck)

Parafrasando John Steinbeck (... tratto e interpretato dall'incipit del romanzo "Viaggio con Charley")
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In Vespa perché...

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Perché proprio in Vespa e non su una moto di un altro modello? Tante risposte si affollano in testa e per ognuna un qualcosa che credo solo mio anche se so che non è così. Allo stesso tempo in ogni ripsosta manca qualcosa che traspare tra le righe ma che non riesce a prendere corpo nei caratteri che scrivo. Qualcosa di cui mi rendo conto, sia fisicamente che psichicamente. A rispondere di slancio, al volo, ho il timore di non riuscire a esprimere le mie sensazioni. Cercare di di scriverlo però mi aiuta a comprendere. A capire il senso di smarrimento che provo quando sto per rientrare a casa dopo un viaggio, un giro, lungo o breve che sia stato. Sono nei dintorni di casa mia e ormai la strada la conosco e quindi so esattamente quanta poca strada mi manca da fare! Magari sono stanco fisicamente, sono ore che sono in sella: se fosse una tappa intermedia non vedrei l’ora di sedermi con le gambe sotto un tavolo a mangiare o di infilarmi sotto una doccia. Sarei tranquillo. Saprei con certezza che l’indomani o al massimo il giorno successivo sarò di nuovo in sella, la Vespa caricata e pronto a rimettermi in viaggio. Invece guardo il contachilometri che inesorabilmente gira e scandisce l’ultimo tratto di strada e non mi sento completamente a posto. Sì, sono soddisfatto: sono riuscito a portare a termine il tour che mi ero programmato nonostante gli imprevisti, nonostante il maltempo. Ce l’ho fatta! Sono orgoglioso che la mia Vespa sia andata alla grande, senza un’incertezza. Ma sono orgoglioso anche se mi ha dato qualche problema ma io, che la conosco così bene, sono riuscito da solo a rimettermi in cammino!
Ma nonostante l’euforia in fondo allo stomaco mi sento un qualcosa di stonato che mi pesa addosso più della stanchezza fisica che provo. So che sono arrivato e che per domani e tanti altri giorni che verranno non ripartirò. In quei momenti cerco di convincermi che arrivare a casa in fondo è come fare una tappa un po’ più lunga durante un lunghissimo giro... ma è dura! E’ dura guardare una carta stradale d’Europa o anche solo d’Italia... e rendermi conto che non riuscirò mai a percorrere tutte le strade che vorrei. Guardo con soddisfazione le strade che ho già viaggiato e vorrei poterci ripassare un’altra volta per gustarmele ancor meglio visto che un po’ già le conosco... onestamente non credo che per me sarebbe la stessa cosa se non viaggiassi in Vespa. Non credo che potrei avere la stessa sensibilità e provare le stesse sensazioni.

Più ci penso e meno comprendo: anche scriverlo non giova. Forse l’unica è salire in Vespa ogni volta che posso e continuare a viaggiare, in compagnia o da solo. Viaggiare da soli: chi non l’ha mai fatto dovrebbe provare: dopo il terzo o il quarto giorno di viaggio in solitaria, quando il paesaggio intorno a te non ti è più così famigliare e con quanti incontri scambi per lo più frasi di circostanza, quando sei in sella da ore e devi solo decidere quanta strada vuoi fare ancora per quel giorno, quando sei effettivamente "da solo con Lei", forse allora puoi iniziare a comprendere, a capire, a renderti conto di un qualcosa... che non riuscirai mai a spiegare a nessuno!