"LE PERSONE NON FANNO I VIAGGI, SONO I VIAGGI A FARE LE PERSONE" (John Steinbeck)

Parafrasando John Steinbeck (... tratto e interpretato dall'incipit del romanzo "Viaggio con Charley")
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In viaggio nel tempo.

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Il giro che mi sono fatto domenica 31 luglio 2005 è stato sotto diversi aspetti molto differente rispetto a tutti gli altri. Anche questa volta come così come tante altre in precedenza sono andato ad arrampicarmi su per i tornanti, in questo caso della vicina Svizzera, per aggiungere un altro "2000" al mio palmares, valicando il passo di Novena (Neufenenpass) di 2.478 mt, il più alto della confederazione.

La prima sostanziale differenza è stata nel fatto che questa volta non ero solo ma condividevo nuovamente la sella con mia moglie, che finalmente dopo tanti anni (...e due figli ormai non più piccolissimi) ha ritrovato la voglia di accompagnarmi. Tanto di cappello a Elena205, la mia consorte, che ha cominciato a lamentare qualche fastidio dovuto alla terribile sella dei vecchi PX soltanto intorno al 400tesimo chilometro...
Partiti di buon mattino dai dintorni di Varese, dopo aver traghettato a Laveno siamo sbarcati a Verbania e da lì ci siamo arrampicati alla volta del Sempione. Per me è una sorta di pellegrinaggio che se posso faccio tutti gli anni: mi piace constatare che la grande aquila di granito e sempre li, con il suo sguardo severo a scrutare la vallata. Scesi a Briga abbiamo preso a destra alla volta della cittadina di Sierre, che in realtà era il vero obbiettivo di questo giro, per un motivo che vi spiegherò più avanti.
Lungo la strada che attraversa il Vallese un simpatico diversivo a rompere la monotonia del fondovalle: una foratura. Mi fermo per cambiare la ruota in una piazzola dove la proverbiale efficienza elvetica fortunatamente fa cilecca facendomi trovare un bel materasso abbandonato dove sdraiare comodamente la Vespa. Dopo il pranzo a Sierre torniamo sulla strada già percorsa e questa volta arrivati a Briga lasciamo la via del Sempione alla nostra sinistra e continuiamo a risalire lungo la valle del Rodano. Il paesaggio è quello classico dell’ambientazione dei cartoni animati di Heidi: pinete lussureggianti, prati tanto curati che sembrano campi da golf (e in alcuni casi lo sono veramente). Da una parte la ferrovia con silenziosi e graziosi treni rossi e dall’altra la cremagliera a scartamento ridotto dei convogli che portano in quota. Mucche al pascolo con campanaccio d’ordinanza sparse qua e la... insomma, pura Svizzera al 100%! Per arrampicarsi al passo di Novena si imbocca al Val Bedretto. Sono 13 chilometri di salita che come sempre diventano estremamente affascinanti una volta superata la quota "arborea" intorno ai 2.000 metri. Lassù dove gli alberi non crescono più è sempre magico viaggiare e sul passo la morena del ghiacciaio è tanto vicina da far impressione.
Da li il nostro giro è un lungo rientro percorrendo la Val Leventina fino a Bellinzona, poi Lugano e da li a casa è un attimo. I bimbi sono a casa dei nonni che ci aspettano festanti: diventa sempre più difficile lasciarli a casa.

A proposito: volete sapere perchè sono andato a Sierre e perché ho titolato questo racconto "In viaggio nel tempo"? Dovete sapere che esattamente quarantanove anni e un giorno fa....

...da tempo sono alla ricerca di quella che fu la Vespa di mio padre, che è mancato ormai da qualche anno. Dopo l’entusiasmo iniziale mi sono reso conto che è molto difficile che io possa mai incontrare, non dico possedere ma almeno vedere quella Vespa. Sono riuscito a mettermi in contatto con la persona che acquistò quella Vespa da mio padre, ma purtroppo non ha saputo dirmi che fine abbia fatto. Ho preso contatto con i principali Vespa Club nazionali, ma purtroppo senza alcun riscontro. Si contano sulle dita di una mano quelli che mi hanno risposto. Visto che (per ora!) di tornare realmente in contatto con quella Vespa non c’è verso, ho pensato di farlo indirettamente. Ho qualche foto di mio padre vespista e in una di queste è ritratto da mia madre durante un loro viaggio dall’Italia alla Francia. Sul retro della foto e scritto a mano il nome di una località e una data.

Così, esattamente a 49 anni + 1 giorno di distanza sono riuscito a rifare la stessa fotografia, che dedico alla sua memoria.