"LE PERSONE NON FANNO I VIAGGI, SONO I VIAGGI A FARE LE PERSONE" (John Steinbeck)

Parafrasando John Steinbeck (... tratto e interpretato dall'incipit del romanzo "Viaggio con Charley")
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Mi presento...

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Classe 1963, nato a Varese e residente nei paraggi. Moglie e due figli. Artigiano in proprio (realizzo decorazioni adesive pubblicitarie).

Nel 1981 appena avuta la certezza di uno stipendio fisso ho acquistato quella che a tutt’oggi è ancora la mia Vespa preferita, un P125X (originariamente bianco, attualmente verdino metal): da notare che in quegli anni la concorrenza, nella medesima cilindrata, proponeva principalmente "Zundapp" o "Cagiva-Harley". Non avendo mai posseduto ne guidato precedentemente neanche un ciclomotore fui costretto a mandare un amico a ritirare il mio PX. Successivamente nel piazzale dello stadio alla prima prova di "partenza", con il gas troppo tirato mollai di colpo la frizione e mi trovai aggrappato alle manopole a correre dietro alla Vespa impennata che, con tre chilometri di vita percorsi, si trovò già a terra tutta acciaccata! Nella stessa giornata finii altre volte a terra e anche contro un muro..

Nel tempo riuscii a trovare uno straordinario feeling con il mezzo, che dura tutt’oggi. Nell’estate del ‘83 in viaggio verso l’Elba mi persi sulla Cisa e finii per smarrirmi in mezzo alle campagne (i miei amici ricordano ancora con divertimento quella circostanza).

Fu nel ‘86 che nacqui come "vespista per caso": alla volta della Sardegna ci presentammo (in 4 su 3 PX) al porto di Genova senza prenotazioni e fummo rimbalzati lista d’attesa. Non volendo aspettare allungammo fino a La Spezia, ma di traghetti neanche l’ombra. Quindi via, alla volta di Livorno, dove a notte inoltrata ci imbarcammo sull’unica nave in partenza... che però andava in Corsica! Giunti a Bastia (senza un franco in tasca!) attraversammo tutta l’isola fino a Bonifacio dove trovammo un imbraco fino a Santa Teresa di Gallura. Nell’ora magica del tramonto memorabile tragitto lungo la litoranea fino ad Alghero, la nostra meta, raggiunta nell’arco di tre giorni, in un’epoca lontana che non conosceva i cellulari, con amici che ci aspettavano e familiari a casa che ci davano per dispersi.

Quel viaggio segnò per sempre la mia vita di vespista e motociclista. Nacque in me la consapevolezza che con un po’ di spirito di adattamento bastava avere una Vespa sotto il sedere per avere il mondo in tasca.

Dal ‘90 al ‘94, per seguire il branco dimenticai la Vespa in garage per 5 anni, trascorsi in sella a una Honda 600XL con la quale ho percorso su e giù la nostra penisola, e viaggiato visitando diverse isole greche (in più estati), oltre a un’esaltante e avventuroso tour in Turchia.

Dal 2000 mi sono casualmente trovato a essere un vespista solitario: quell’anno nel giorno del mio onomastico partii di mattina presto, io la Vespa e nient’altro, alla volta di una non meglio precisata meta, forse in Liguria, magari Genova... mi ritrovai a pranzo alla locanda "Tripoli" (che consiglio a tutti!) nella piazzetta di Portofino. Finito di mangiare rientrai passando dalla strada meno logica sulla via di Piacenza e Pavia. All’ora di cena ero di nuovo a casa, entusiasta, ripromettendomi di ripetere quell’esperienza. Promessa mantenuta negli anni successivi con viaggi e tour sempre più impegnativi, non solo in estate ma in tutto l'anno.

Grazie al Web sono entrato in contatto con tanti altri appasionati di Vespa e di viaggi, in particolare frequentando il WebSite http://www.vespaonline.com/ in seno al quale, dal 2006 svolgo il ruolo di moderatore della sezione "viaggi" di uno dei forum vespistici più frequentati del Web. Con gli amici di Vespaonline nel dicembre del 2005 abbiamo dato corpo a un nostro sogno in quello che a oggi è il viaggio più importante della mia "carriera": da Buenos Aires a Ushuaia (Tierra del Fuego) attraversando la Pampa e la Patagonia in sella alle nostre Vespa lungo la leggendaria "Ruta 40".

Altra mia grande passione oltre alla Vespa quella per le buone letture. Nel 2007 ho trovato modo di coniugare queste mie due passioni dando vita a uno spazio Web dedicato alla "letteratura vespistica" che ho chiamato "Chilometri di parole in Vespa". Una cosa nata quasi per scherzo, con la scusa di catalogare i diversi libri a tema "Vespa e viaggi" da me raccolti negli anni. Il successo di questo spazio Web, del tutto inaspettato, mi ha piacevolmente travolto e mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con gli autori e le Case Editrici.

Amo le Vespe così come sono, al naturale, più affascinanti con i segni lasciati loro dal passato, ben tenute anche se magari non perfette. Trovo belle le Vespe sottoposte ad elaborazioni tecnico-stilistiche, ma solo da vedere o da provare per un giretto, un po’ come le donne rifatte al silicone: meravigliose sulle foto patinate delle riviste ma che "al tatto" lasciano a desiderare. Forse entusiasmanti per l’avventura di una notte, ma con cui difficilmente ci si immagina ad invecchiare insieme.
La mia Vespa, anche se sta insieme con il nastro adesivo (come spesso le capita!), non la cambierei con nessun’altra.

Buona Vespa a tutti.
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... come dite? Non vi ho detto il perché del "205"... vorrà dire che ve lo racconto un'altra volta!